Una storia

da conservare

Breve storia

di Castel Ivano
Castel Ivano sorge su un castelliere, insediamento fortificato in posizione elevata, che si affaccia sulla Valsugana, valle percorsa dal fiume Brenta che forma una via naturale di collegamento tra Trento, la pianura veneta e il mare Adriatico.

Con la caduta dell’impero Romano questa zona subisce le invasioni dei Goti e dei Longobardi ed è proprio a questi ultimi che Montebello, storico del ‘700, attribuisce la prima costruzione del Castello nel 590 d.C. come nucleo fortificato sorto lungo la via Claudia Augusta Altinate costruita dal generale romano Druso Maggiore nel 15 a.C. circa.

In un documento del 1187 si fa menzione per la prima volta del Signore di Ivano delegato del Vescovo di Feltre. A quell’epoca infatti Castel Ivano e la Bassa Valsugana sono sotto il controllo della Diocesi di Feltre, in seguito vengono contesi per quasi due secoli tra diverse Signorie.
Il susseguirsi di Signorie lascia varie tracce sulle mura di Castel Ivano in particolare gli stemmi degli scaligeri e dei Carraresi sulla facciata ovest del mastio. Nell’alternanza di queste diverse Signorie padrone – i Da Romano, i Da Camino, i Dalla Scala, i Da Carrara, i Visconti, e i Veneziani – la Valsugana passa sotto il dominio austriaco.

All’inizio del ‘500 con l’Imperatore del Sacro Romano Impero Massimiliano I d’Austria si conferma l’appartenenza di Ivano ai territori asburgici e la giurisdizione di Castel Ivano viene affidata al Capitano Trapp, autore di importanti lavori di ristrutturazione del maniero.

Nel 1679 Castel Ivano viene dato in feudo ai Conti Wolkenstein Trotsburg che nel 1750 lo ottengono a titolo perpetuo da Maria Teresa d’Austria. Il feudo cade così nelle successioni ereditarie della famiglia Wolkenstein che nel corso dell’800 consolida la funzione del Castello in abitazione privata.

Con la scomparsa del Conte Antonio Wolkenstein nel 1913, il maniero diventa di proprietà di Franz Staudacher che dopo i violenti scontri bellici del primo conflitto mondiale inizia l’opera di restauro e di recupero degli ambienti gravemente danneggiati.
La struttura civile – militare si articola in un interessante sistema di fortificazioni con torri di vedetta, baluardi, bastioni, fossato e portoni di diversa epoca.

Al suo interno è custodita la zona residenziale con corti e giardini in cui spicca il mastio, splendido esempio di architettura medievale trentina, testimone del potere delle diverse Signorie che hanno posseduto il castello.

Il maestoso complesso medievale domina il paese di Ivano Fracena e la Valsugana Orientale. Il nucleo originario del castello si raccoglie attorno al mastio, racchiuso da una cortina di mura.
Nel 1413 la bassa Valsugana viene annessa alla Contea del Tirolo ed entra nell'orbita della Casa d'Austria degli Asburgo.

Castel Ivano, occupato dal comando italiano in Valsugana nel corso della Grande Guerra, passa all'amministratore del maniero Franz Staudacher di Brunico, che con la famiglia abitava al castello fin dal 1901.

Da allora la famiglia Staudacher è proprietaria del castello.

Personaggi Famosi

La storia del castello vissuta attraverso i personaggi famosi
  • Antonio Maria Wolkenstein (1832-1913)
    Discendente della famiglia tirolese Wolkenstein – Trostburg, proprietaria del castello di Ivano dal 1750 al 1923, nasce il 2 agosto 1832 in Boemia. Studia giurisprudenza a Praga e ottiene importanti incarichi dal governo di Vienna. Ricopre il ruolo di ambasciatore in Russia, a Parigi e a Roma. A Berlino conosce e sposa la contessa Maria von Buch, di dieci anni più giovane, vedova del conte Alessandro von Schleinitz, ministro degli interni di Prussia. Nel 1893 il conte Antonio eredita dal fratello Leopoldo il castello di Toblino e il castello di Ivano dove si spegne nel 1913.
  • Richard Wagner (1813-1883)
    Il celebre compositore tedesco, nel 1882 si trasferisce con la moglie Cosima, figlia di Franz Listz, a Venezia. Da lì ha avuto modo di soggiornare in Valsugana e di essere ospite a Castel Ivano. Nel dipinto Solitudine (Mart, Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto) del pittore valsuganotto Eugenio Prati, Wagner è raffigurato nella quiete di un faggeto trentino, un omaggio che l’artista fa al compositore dopo la sua scomparsa. Esiste una stanza a lui dedicata.
  • Eleonora Duse (1858-1924)
    Attrice teatrale di prosa di origini venete, frequenta le rinomate terme di Roncegno in Valsugana e ama soggiornare dai conti Antonio e Maria a Castel Ivano. Esiste tuttora una sala a lei dedicata situata nel “Complesso Antico Archivio”.

    Fu una tra le più importanti attrici teatrali italiane della fine dell’Ottocento e degli inizi del Novecento simbolo indiscusso del teatro moderno, anche nei suoi aspetti più enfatici.
  • Eugenio Prati (1842-1907)
    Affermato pittore di Caldonazzo, considerato tra i principali interpreti dell’arte trentina del secondo Ottocento, Eugenio Prati è fortemente legato al castello di Ivano e alla famiglia di Antonio e Maria Wolkenstein. Ama infatti frequentare il maniero e ritrarne l’antico profilo in numerosi dipinti e bozzetti. Uno dei primi suoi soggetti, Nozze d’oro, presentato all’Esposizione Nazionale di Milano nel 1881 ha come sfondo il castello visto da Strigno, mentre in Inverno, di pochi anni più tardi, Castel Ivano svetta dalla collina soprastante Agnedo, il paese in cui Prati vive con la moglie e i figli. L’attenzione con cui l’artista descrive la struttura del complesso architettonico visto da Ivano Fracena in Castel Ivano realizzato alla fine del XIX secolo, lascia una preziosa testimonianza storica del territorio circostante il maniero, fortemente danneggiato e modificato dagli eventi della prima guerra mondiale.
  • Don Giuseppe Grazioli (1808-1891)
    Sacerdote di Lavis, nel 1842 viene nominato curato di Ivano Fracena su proposta del conte Leopoldo Wolkenstein e vi rimane per 27 anni. Celebra le funzioni curaziali sia nella cappella di Ivano Fracena che in quella del castello. Persona energica, dal carattere forte e deciso, viene ricordato principalmente per i numerosi viaggi effettuati in Asia con lo scopo di acquistare il seme sano dei bachi da seta da portare in Trentino per sconfiggere la malattia dei bachi. Al termine della sua attività pastorale si ritira nella casa di Villa Agnedo.
  • Ermanno Olmi (1931-2018)
    Grande regista, sceneggiatore, montatore, direttore della fotografia, produttore cinematografico, scrittore e scenografo italiano.

    A Castel Ivano aveva girato il suo famoso film “Lunga vita alla Signora” premiato con il Leone d’Argento al Festival di Venezia
  • Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa (1920-1982)
    Sottotenente dei carabinieri durante la Seconda guerra mondiale, partecipò alla guerra di Liberazione. Comandante della legione di Palermo (1966-73), generale di brigata a Torino (1973-77), nel maggio 1977 assunse le funzioni di coordinatore del servizio di sicurezza degli istituti di prevenzione e pena e nel settembre 1978 quelle di coordinamento tra le forze di polizia per la lotta contro il terrorismo, Nucleo Speciale Antiterrorismo, in cui colse significativi successi. Generale di divisione a Milano (1979-81), vicecomandante dell’Arma (1981-82), nel maggio 1982 fu nominato prefetto di Palermo per combattervi la mafia. Nel settembre dello stesso anno fu ucciso in un agguato mafioso assieme alla moglie e ad un agente di scorta. Il 10 luglio si era sposato nella Cappella di Castel Ivano con la giovane crocerossina Emanuela Setti Carraro.
  • Molti altri personaggi famosi sono stati recentemente a Castel Ivano, che fin dall’inizio degli anni ’80 è sede di convegni internazionali, solo per citarne alcuni: prof. D.C. Gajdusek (Premio Nobel per la medicina nel 1976), il prof. K. Bloch (Premio Nobel per la medicina nel 1964), Carlo Rubbia (Premio Nobel per la fisica nel 1984) e anche la prof.ssa Rita Levi Montalcini (Premio Nobel per la medicina nel 1986).
  • Vittorio Staudacher (1913-2005)
    Laureato in Medicina all’Università di Padova, è stato direttore della Divisione di Chirurgia d'Urgenza del Policlinico di Milano. Ha svolto ricerche sperimentali di grande rilievo sui trapianti di fegato e di polmone, "padre" della chirurgia d' urgenza, stimato sia in Italia che all' estero per le quali gli è stata riconosciuta l'assoluta priorità nel mondo. Per primo in Italia ha eseguito, nel 1983, il trapianto umano di cuore-polmoni. Dal 1983 al 1986 è stato Presidente dell’Ospedale Maggiore.
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